Figlio di pugliesi emigrati al Nord d’Italia, Raffaele (‘Lele’) ha tracciato gli inizi della sua formazione musicale all’età di 12 anni, quando un suo professore di musica, Maurizio, gli fece conoscere Elvis Presley e lo incoraggiò a imparare a suonare la chitarra. In quegli anni Raffaele ascoltava cantanti che rubavano dalla musica americana per rivoluzionare la scena italiana con ritmi nuovi e liriche spesso socio-politiche (Eduardo Benato, Lucio Battisti, Pino Davide, Vasco Rossi, Fabrizio De André). Durante il servizio militare assorbì il jazz, i blues e il punk.

Lavorava da venti anni agli impianti tipografici della Repubblca ma a quarant’anni si chiese ‘rimanere o fare altro?’. Decise di imparare a fare il musicista. Un amico inglese lo convinse a andare a Brighton sia per la ricca scena musicale sia per imparare l’inglese.  Per due anni frequentava solo inglesi per perfezionare la lingua e per assorbire l’ambiente sociale diverso di una città ‘bolla dentro il paese.’ Imparò a accettare altre usanze e modi di vita – il vestirsi relax, fare la coda, la comunità gay.

Trasferitosi a Southend cerca, in base alle sue letture filosofiche e psicologiche, di conoscere se stesso e di realizzare la sua vocazione che è la musica. Continua a mettere in pratica il suo talento di musicista, ma si accorge che, pur migliorando, deve rispettare i propri limiti. Inizia una tappa nuova, quella del consulente che, mettendosi alla disposizione di altri, permette ad altre potenzialità di venir fuori.

Grazie Raffaele di una ‘conversazione’ vivace, franca e piena di umorismo. Alla prossima!