12 ore prima dell’eruzione del vulcano la vita dei Pompeiani continua –  ci si preoccupa della mancanza di acqua (pensando ad un terremoto) o della sparizione degli animali dai boschi sulle montagne.  Al Tempio di Giove al Foro, la gente indica una strana nuvola sulla sommità di Vesuvio e sente il boato del volcano che accompagna una colonna di gas e di ceneri.  Si può immaginare il panico che segue.  Nessuno capisce che cosa sta succedendo – forse è la fine del mondo.

 

Lavoratori che riparano gli affreschi lasciano i vasetti di colore per terra e si precipitano fuori.   Cinque muli che portano il grano sono uccisi nell’esplosione, e sono trovati 2,000 anni dopo.  La Colonna di fumo raggiunge 4 chilometri di altezza, ed il sole sparisce.  Arriva una pioggia di pomici ed anche pezzi di sassi neri, proettili che possono penetrare il corpo umano.  Poi c’è una seconda colonna piroplastica di gas.  Non c’è nessuna possibilità di scappare.  Un gruppo di 13 persone sono vaporizzate. La temperatura alta e la valanga di ceneri causano la morte immediata di molti pompeiani.

 

Impossibile indovinare lo stato d’animo di quelli che sono tornati a questo mondo completamente cambiato.  Vulcanologi dicono che l’energia era uguale a 50,000 bombe di Hiroshima –  una catastrofe di tipo planetario. Soccoritori sono arrivati, anche l’Imperatore Tito ed aristocrati romani.  Comunque,  hanno deciso  di non ricostruire Pompei.  Pompei è stata dimenticata, ma oggi è affascinante per archaeologi – una città viva che racconta una storia tragica.