Come presentare le tante diversità  di uso tra due lingue senza perdersi in un groviglio confusionario? Frances ha evitato questo pericolo dividendo il suo materiale in cinque sezioni. Nella prima, assenze, ha esemplificato come è impossibile o difficilissimo trovare una corrispondenza diretta per antipatico o simpatico in inglese; oppure come per rendere l’inglese regret bisogna fare una distinzione in italiano tra rimpianto e rimorso.

Per quanto riguarda le differenze Frances ha notato la difficoltà di tradurre Bank holiday confrontandolo con fare il ponte (long weekend). Piú sottilmente ha identificato una differenza di tono tra il no smoking e il vietato fumare che sembra piú forte.

Nella sezione non amici Frances ha osservato come nell’adottare vocaboli inglesi, gli italiani consegnano ad essi una forma o un significato leggermente diverso – ad esempio una fiction = drama, una news= an item of news; un lifting = a face lift.

Sotto il titolo casa Frances ha dimostrato come casa ha un significato piuttosto ampio che comprende house, home e household in inglese. Ha confrontato l’italiano locale come in monolocale (studio flat) e l’inglese local come in la gente del posto (locals) e il baretto (local pub).

Finalmente per famiglia Frances ha trattato il vocabolario per il matrimonio e il fidanzamento e i vari gradi di parentela – figli per children/sons, prole per offspring e, come ultima sfida, il particolare concetto di consuocero, consuocera e consuoceri – lasciamo la traduzione di questi vocaboli a voi, cari lettori.

Grazie Frances per un discorso interessantissimo che ha coinvolto la viva partecipazione del pubblico.